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Franco Dionesalvi

•Duna, la città
Elenco dei testi teatrali

duna, la città 

bozzetto per la scenografia di Duna

" Nella seconda metà degli anni settanta ero a Firenze, per gli studi universitari. Oltre ai poeti e alla politica, ho assiduamente frequentato il teatro "sperimentale", come si chiamava allora.
Nel 1979 tornai a Cosenza, fresco di laurea in giurisprudenza. Sono stato nello studio di un avvocato per un mese; poi ho mandato al diavolo tutto, ed ho costituito una cooperativa teatrale.
Si chiamava "Nuova Immaginazione", e sulla scia da un lato dello studio di Grotowski (di cui adottammo le tecniche, scrupolosamente per come potemmo) e dall'altra della passione per la Beat Generation e i poeti surrealisti, sperimentammo una idea radicale di teatro, che si fondeva interamente con la vita. L'attore totale, la ricerca di una consequenzialità assoluta in ogni manifestazione dell'arte e della vita; ma anche l'attore come sacerdote laico, che mostra a tutti una alternativa radicale, sul piano interpersonale e politico. Lavorammo all'inizio in una soffitta; lì mettemmo in scena "Aspettando Godot". Poi "Lo gnomo e il dittatore", che portammo in giro per tutta la regione; infine "Le stanze di Daneka", apologo sull'utopia, che rappresentammo al Rendano. Subito dopo la commistione fra arte e vita, fra privato e politico, portò all'esplosione del gruppo. Nel mio romanzo, "La maledizione della conoscenza", racconto tutta la vicenda.
In seguito mi sono accostato al teatro con un atteggiamento diverso: da poeta, ho cercato di collaborare con i teatranti lavorando soltanto sulla parola, e su una parola che divenisse teatro senza tradire se stessa, senza lasciarsi strumentalizzare da esigenze di trama e di finalizzazione. Una parola ancora capace di cantare, di vibrare, di innamorarsi. Da qui tutti gli anni di collaborazione col Centro RAT, prima con Massimo Costabile e poi con Antonello Antonante. Da qui l'esperienza di "La casa del Mago", un testo sulla strage dei Valdesi messo in scena Guardia Piemontese in un evento unico, con una compagnia guidata da mio fratello che si è costituita per l'occasione e si è sciolta subito dopo. E "Duna, la città", il testo che ho pubblicato ma che non è mai stato rappresentato da nessuno.
Non so se scriverò ancora per il teatro. Di idee per la testa me ne brulicano diverse, anche forti. Ma lo farò solo se sentirò che ne varrà la pena. Ossia se sentirò di nuovo il richiamo del pifferaio magico che passa a farmi mettere in gioco la mia vita. "